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Il mistero delle mascherine: un caso all’italiana! Cronaca 

Il mistero delle mascherine: un caso all’italiana!

Quello che è successo e ancora si sta verificando in merito alla vendita delle mascherine ha del tragi/comico. Per non parlare della loro stessa utilità messa in discussione più volte dagli stessi politici e virologi. Comunque per chi ha voglia di documentarsi su come sono andate le cose, vi riporto una sintesi delle fasi salienti:

I fase – LE MASCHERINE NON SI TROVANO! 
1) La Stato affida, tramite la Protezione Civile, un contratto da 30 milioni di euro a Only Logistics di Pivetti per approvvigionarsi di 15 milioni di mascherine e stabilisce regole in deroga, che consentono l’importazione senza marchio CE, con test fatti dai produttori ed autocertificazioni degli importatori, incaricando INAIL e ISS dei controlli.
2) Only Logistics di Pivetti importa milioni di mascherine in deroga e non ci paga l’IVA, il 22%, perché destinate alla Protezione Civile.
3) Purtroppo l’Inail, ente a cui il Decreto CuraItalia ha affidato il vaglio delle importazioni di Dpi (Dispositivi di protezione individuale), ha espresso diniego a metterle in commercio. Nonostante ciò, la società di Pivetti le ha vendute sul libero mercato e finiscono nei canali distributivi, farmacie comprese, che li pagano con IVA ed a prezzi esorbitanti.
4) Iniziano i sequestri su tutto il territorio delle mascherine perché non risultano essere state autorizzate in deroga. ATTENZIONE PERÒ, quando le mascherine sono arrivate ai punti vendita erano regolari, perché munite di test e certificati rilasciati dal produttore e di autocertificazione dell’importatore, come prevede la legge. Diventano irregolari solo settimane dopo quando l’INAIL si pronuncia negativamente (senza fare alcuna valutazione di merito) ed ormai le mascherine sono state vendute ai rivenditori che le vendono ai consumatori.
5) Il Presidente dell’INAIL in una dichiarazione di pochi giorni fa afferma di non avere gli strumenti per verificare la conformità dei prodotti.

II fase – L’ANNUNCIO DI CONTE
Arriva il commissario Arcuri che ha il compito, tra le altre cose, di sistemare la faccenda mascherine e lo fa prima firmando un accordo di riconversione con molte fabbriche (tutte al nord) per la produzione di mascherine e poi annunciando la produzione di 100 milioni di pezzi al mese di mascherine Italiane. Conte trionfante a sua volta racconta agli Italiani che è il momento di dire basta a quella speculazione ed assenza delle regole e che dall’indomani le mascherine 3 veli di tipo “chirurgico” avrebbero avuto il prezzo imposto di € 0,50. Poco importa che in Europa il prezzo medio è di € 1,10 ma noi siamo Italiani e le troveremo a meno della metà.

III fase – LA MASCHERINA FAI DA TE
1) Farmacisti sono criminalizzati perché venderebbero prodotti non conformi, gli stessi che la Protezione Civile fornisce ai medici, peraltro dotati al momento dell’acquisto di documentazione regolare fino a prova contraria.
2) Impossibilità di trovare anche un solo pezzo di mascherina sul mercato ad un prezzo tale da poterla venderla a € 0,50 oltre IVA.
3) Molti farmacisti e molte catene di GDO, stanno scegliendo di non trattare più mascherine per non vedere infangati anni di reputazione, stanno vendendo le scorte esistenti, acquistare a prezzi ben superiori di € 0,50, poi si fermeranno.
4) Pochi riusciranno ad ottenere il rimborso sulla differenza del prezzo di acquisto promesso da Conte perché il presupposto per il rimborso è che le mascherine abbiano il Certificato CE o l’autorizzazione in deroga che è stata concessa solo al 3% delle richieste.

EPILOGO
1) I consumatori sono in difficoltà
2) I commercianti stanno vendendo le scorte esistenti sotto costo, sapendo che non recupereranno un centesimo dallo stato (come riportato da Report ieri sera).
3) E le italiche mascherine di Arcuri prodotte con i soldi dei contribuenti a € 0,30?? Al momento nessuno le ha viste. Sembrerebbe (fonte Il Giornale) non abbiano superato i test del Politecnico di Torino che le avrebbe giudicate totalmente inutili per la protezione. Costano pochissimo ma proteggono anche pochissimo.

Intanto però dall’Iss arriva il via libera alle mascherine fatte in casa con tanto di tutorial su “Come farle e come usarle”! E attenzione attenzione da ieri, con la riunione di insediamento del “Tavolo” costituito da esperti dell’UNI Ente Italiano di Normazione e del Politecnico di Torino, sono iniziati i lavori per la definizione della prassi di riferimento (UNI/PdR) che fornirà le linee guida su requisiti, metodi di prova e valutazione di conformità delle mascherine “generiche”, di comunità. Si sta parlando di tutte quelle mascherine – monouso o lavabili, anche autoprodotte – che ora e nei prossimi mesi nella cosiddetta fase due di convivenza con il virus, milioni di italiani saranno obbligati ad indossare: sono protezioni individuali che però non hanno alcuna prestazione tecnica garantita e non vi sono riferimenti normativi che ne identificano requisiti e caratteristiche.

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